Langhe Roero Monferrato
Local manager Chiara Gallizio e Davide Rossi
@ig_langheroeromonferrato
Le Langhe
“Vedi le Langhe… e poi muori” perché sono senza dubbio uno dei paesaggi più incantevoli al mondo, un mare infinito di colline coltivate a vite, a nocciolo e a bosco, coronate da castelli sparpagliati sulle creste e deliziosi paesi arroccati. L’itinerario si snoda tra i centri di produzione dei nobili vini rossi, quali Barolo e Barbaresco, passando per gioielli artistici disseminati sul territorio collinare quale il paese di Cherasco, ricco di palazzi di epoca gotica e barocca, o la cappella del Barolo dipinta da Sol LeWit e David Tremlett. Si ammireranno i castelli di Grinzane Cavour, Serralunga d’Alba e il Castello Falletti di Barolo, tra una degustazione di vini in cantina e una passeggiata nella natura.
Sua Maestà il Tartufo
L’unico, autentico e inimitabile Tuber Magnatum Pico si può trovare, vedere, annusare, toccare e gustare solamente nel suo territorio di origine, in Langa, Monferrato e Roero. Lasciatevi coinvolgere dall’emozionante ricerca di questo prezioso fungo! Grazie all’esperienza del “trifolao” accompagnato dall’incredibile fiuto del suo cane potrete addentrarvi tra i boschi delle langhe e seguire l’avventurosa ricerca del tartufo.
Il Monferrato, Patrimonio mondiale dell’Umanità
Territorio storico legato alla leggenda di Aleramo, fu sede del Marchesato di cui rimane testimonianza l’imponente castello sorto nel 1352 come dimora principesca per opera di Giovanni II a Casale Monferrato. Unico nel suo genere è il pontile della Cattedrale di S. Evasio dalla caratteristica facciata asimmetrica romanica, così come i tipici biscotti qui prodotti, una golosa tentazione a cui non si può resistere! Nelle vicinanze si visiterà il Sacro Monte di Serralunga di Crea e l’annesso splendido parco naturale.
L’Astesana e l’Asti Spumante
“Cin-cin…. Cinzano!”, indimenticabile annuncio pubblicitario rimasto nella tradizione nazionale come brindisi, ma pochi conoscono la storia dello spumante italiano e la zona di produzione. Con questo viaggio visiteremo le cattedrali sotterranee di Canelli, degusteremo il prelibato nettare dorato, accompagnato da torcetti al mais e dalla robiola di Roccaverano, prodotta sulla punta più elevata della Langa astigiana e caratterizzata da un’importante chiesa bramantesca.
Govone: la corte dei tulipani
Località conosciuta per il suo centro storico e per il suo Castello che, per la sua posizione predominante era considerata la sentinella della Valle Tanaro e che fu residenza estiva dei Savoia. Dal piazzale antistante lo sguardo si perde sulla Langa e sul Monferrato. Nel parco esterno si può ammirare il giardino all’italiana, voluto da Carlo Felice, dove in primavera va in scena lo spettacolo dei tulipani selvatici rossi che fioriscono liberamente. Splendido l’attiguo giardino-museo delle rose antiche. Nei dintorni, alla scoperta delle specialità eno-gastronomiche, ci si imbatte in località Garotte in un antico mulino, recentemente restaurato per trasmetterci il fascino del passato.
Acqui Terme
Secondo una leggenda, assolutamente priva di fondamento storico, Acqui sarebbe stata fondata da coloni greci, attirati dalla presenza di acque termali. La tradizione è scaturita forse dal nome “grecizzante” (almeno così lo tramanda Tito Livio) di Carystum, capoluogo dei Liguri Statielli, simile a quello di alcune città greche.
Al centro di Piazza della Bollente, sul lato del centralissimo corso Italia, è posta un’edicola marmorea ottagonale, realizzata nel 1879 dall’architetto Giovanni Ceruti. Questa circonda una fonte termale da cui sgorga acqua bollente e curativa: 560 litri al minuto a 74,5 °C di un’acqua sulfureo-salso-bromo-iodica.
Una antica tradizione narra che i bambini appena nati fossero portati alla fonte per esservi immersi per un attimo: se ne uscivano vivi, meritavano l’appellativo di sgaientò, ossia scottati.





Patrimonio Unesco
Il sito si sviluppa lungo dolci colline coperte da vigneti a perdita d’occhio, inframmezzati da piccoli villaggi di altura e pregevoli castelli medievali, dove da secoli la viticoltura costituisce il fulcro della vita economica e sociale.
Il sito è di tipo seriale, ovvero costituito da sei aree (chiamate ‘componenti’) articolate all’interno dei confini delle Province di Alessandria, Asti e Cuneo e di ventinove Comuni, per un’estensione complessiva pari a 10.789 ettari. Dal punto di vista geografico, tre aree si trovano nel comprensorio delle Langhe, due in quello dell’Alto Monferrato e una nel Basso Monferrato.Nel loro insieme le zone selezionate rappresentano la qualità eccezionale del paesaggio vitivinicolo piemontese e della sua profonda e viva cultura del vino.
Le componenti sono state selezionate con particolare riferimento alle produzioni vinicole associate ai territori, alla rilevanza in ambito nazionale e internazionale, all’esigenza di rappresentare con completezza luoghi importanti per la filiera del vino (dalla coltivazione, alla produzione, conservazione e distribuzione) e gli elementi storico-insediativi e architettonici (reticolo stradale, città, borghi, nuclei rurali, castelli, chiese).
Le componenti 1, 3, 4, 5 sono quindi rappresentative dei quattro sistemi produttivi più rilevanti in Piemonte, ognuno generato da un particolare legame tra vitigno, terroir (suolo e clima) e tecnica di vinificazione. Il risultato di ogni sistema è un vino di altissima qualità, tutelato da una specifica Denominazione d’Origine Controllata e Garantita, quali Barolo, Barbaresco, Barbera d’Asti, Asti Spumante.
Il sito è caratterizzato da un ricco e diversificato sistema di cascine, aziende vitivinicole, industrie enologiche, cantine sociali, enoteche pubbliche e private, che in alcuni casi costituiscono luoghi simbolo per la storia e lo sviluppo della viticoltura e dell’enologia nazionale e internazionale (Castello di Grinzane Cavour, componente 2).
Il ciclo del vino è infine completato dalla presenza di manufatti di natura “vernacolare”, quali gli infernot scavati nella Pietra da Cantoni, destinati alla conservazione domestica dei vini più pregiati (componente 6).
E’ stata inoltre definita un’ampia area tampone di circa 76.000 ettari (detta buffer zone) che racchiude le sei componenti e coinvolge oltre 100 territori comunali. Essa ha lo scopo di garantire una maggiore protezione del sito candidato e permette di dare continuità al paesaggio delle singole aree.
Il sito è protetto grazie ad un articolato sistema di tutela che comprende le diverse scale di pianificazione territoriale, oltre che le leggi di tutela nazionali. Il coordinamento della gestione e di tutte le iniziative congiunte di valorizzazione e sensibilizzazione è affidato all’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, in attività da gennaio 2011.

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